“Avevamo promesso che non ci saremmo fermati, e così è stato”, dice il Procuratore di Taranto, Capristo, in conferenza stampa. Altri nove giovani, di cui otto minorenni, sono finiti in manette, arrestati per l'aggressione ad Antonio Cosimo Stano, il 65enne morto a Manduria lo scorso aprile, dopo essersi chiuso in casa, senza cibo per giorni, terrorizzato da quei raid, ma anche per altri terribili fatti. “Ahimè questo è il secondo atto di una storia agghiacciante. Un secondo gruppo di minorenni che avevano questo amarissimo, disgustoso, vorrei dire, atteggiamento nei confronti di un'altra persona”. Un'altra vittima dei bulli cioè, anche lui di cognome Stano, un 53enne con insufficienza mentale, attirato la notte del primo aprile fuori casa per colpirlo con calci e pugni fino a fargli saltare gli incisivi, e per puro passatempo, sottolineano gli inquirenti con grande amarezza. “Quello che noi abbiamo notato anche nel corso degli interrogatori è stata una particolare, voglio dire, insensibilità nei confronti dell'essere umano, soggetti particolarmente vulnerabili, considerati quasi come oggetto di divertimento e non come una persona”. Due dei minori coinvolti erano già in carcere per i raid precedenti. Gli altri sei sono stati individuati ora, grazie ai cellulari, uno in particolare, che aveva generato immagini e chat in cui, con risate e prese in giro, si commentavano le incursioni quasi quotidiane contro il povero Stano. Torture, lesioni, danneggiamenti, che per il Procuratore pongono ancora pesanti interrogativi. “La scuola, la famiglia, i servizi sociali; urgenza, urgenza, dico, di un intervento istituzionale che faccia fronte a questa crescita esponenziale di quelle che vengono chiamate baby gang, ma che in realtà sono dei criminali organizzati minorenni”.