Napoli non molla, Napoli torna al lavoro, la Campania non si tocca. Poi Bella Ciao e l'inno di Mameli, un minuto di silenzio per i poliziotti morti a Trieste. Le proteste dei lavoratori Whirlpool continuano ormai incessantemente dal 31 maggio scorso, quando la multinazionale ha annunciato la cessione dello stabilimento napoletano, annuncio che è diventato poi di chiusura dell'impianto dopo mesi di trattative. Il corteo di operai e sindacati ha attraversato il centro della città e si è diretto alla Regione Campania dove una delegazione ha incontrato l'Assessore alle attività produttive. “Per noi è nostra questa azienda. Anche se dicono che è degli azionisti, però siamo noi quelli che vi lavoriamo, siamo noi che siamo... siamo una famiglia. Ci hanno tolto tutto, la dignità”. “Io sono 30 anni che lavoro in fabbrica, ho 51 anni e chiaramente non vedo un futuro”. La Regione si è detta disponibile a mettere sul piatto 20 milioni di euro se la multinazionale presenta un piano industriale per restare a Napoli. Intanto il Governo ha annunciato misure altrettanto unilaterali rispetto alle mosse dell'azienda. “Intanto che la Regione ci dia finalmente una disponibilità dopo mesi è di per sé un fatto positivo. Temo che sia una mossa tardiva perché ad oggi la risposta di Whirpool è stata molto netta e neanche quello che ha promesso il Governo è bastato a Whirpool per tornare indietro”. “È vero che c'è poco tempo rispetto alle decisioni della Whirpool, ma anche il sostegno concreto può essere lo strumento per riaprire una discussione. La nostra precondizione è che Whirlpool ci ripensi. E, è evidente, se Whirpool non ci ripensa, tutto il supporto che abbiamo realizzato di sostegno può essere per un interlocutore credibile che possa permettere dignitosamente di mantenere in piedi l'attività produttiva a Napoli e i lavoratori all'indotto”. Sullo sfondo, ma in realtà protagonista, resta l'accordo firmato un anno fa dall'azienda con il Governo e le parti sociali. Nell'accordo, oltre all'investimento su Napoli, c'era un particolare di non poco conto: l'azienda si impegnava a non licenziare fino al 31 dicembre 2020. Ma dopo l'annuncio della cessione all'azienda svizzera PRS, giudicata un salto nel vuoto da sindacati e Governo, e le difficili trattative, ora la Whirpool annuncia direttamente la chiusura.