La ripresa di alcune attività è stata decisa ma le scelte su come ripartire gradualmente in ogni settore, sono legate a doppio filo e a un comparto in particolare, quello dei trasporti. Per lavorare bisogna spostarsi e con la massa di pendolari e utenti che torneranno a usare i mezzi pubblici, proprio i trasporti rischiano di trasformarsi in miccia per lo scoppio di nuovi focolai. Ecco allora che ogni ulteriore passo verso l'attivazione di nuovi settori dipende proprio dall'impatto che avranno sull’uso di aerei, treni e soprattutto metro e bus. Il principio, ribadito nel nuovo decreto, è evitare il sovraffollamento, cosa che comporterà non poche difficoltà organizzative. Differenziare gli orari di uffici, negozi e attività lavorative in generale, ad esempio, potrebbe aiutare. Sui territori intatto è già partita una sperimentazione per testare un sistema che offra il servizio e la sicurezza. Distanziamento sociale, igienizzazione ma anche senso di responsabilità individuale sono le regole di base. Innanzitutto mascherine obbligatorie per tutti e in assenza qualunque cosa copra naso e bocca. Poi la raccomandazione di restare a casa in caso di sintomi influenzali. La capienza dei mezzi sarà ridotta con marker sui posti a sedere non utilizzabili e questo creerà problemi se le città non accresceranno le corse. Il Ministro potrà decidere limitazioni ma anche imporre maggiore frequenza dei mezzi nelle ore di punta. I flussi di entrata e uscita dei passeggeri saranno separati e contingentati come nelle stazioni e aeroporti, dove dovrebbero essere mantenuti i termoscanner. Anche sui treni e sugli aerei posti ridotti, dunque nuovi sistemi di distribuzione dei viaggiatori a bordo per tenere le distanze. Obbligatoria infine la sanificazione di ogni mezzo a cadenza ravvicinata.