Per evitare la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia, che il gruppo della famiglia Benetton respinge perché la porterebbe al collasso, il Governo pone delle condizioni. Una delle ipotesi è un pacchetto che prevede il taglio del 5% delle tariffe al casello, 3 miliardi di euro per chiudere la partita con una transazione tombale di molto al di sotto delle penali che lo Stato potrebbe dover pagare e il passaggio alla mano pubblica del controllo della società. In questo caso potrebbe intervenire Cassa Depositi e Prestiti e il fondo F2i, col coinvolgimento operativo di ANAS. Ma c'è il nodo spinosissimo di quanto valorizzare la quota da comprare. Atlantia, la holding a capo di Autostrade, scenderebbe sotto il 50%, una circostanza che appare indigeribile al gruppo che gestisce metà della rete viaria a pedaggio del nostro Paese, dove impiega circa 7 mila persone. Mesi fa la società aveva risposto al Governo con un Piano Pluriennale che prevede un aumento degli investimenti e della spesa per manutenzione, con la promessa di ammodernare la rete intervenendo su viadotti, gallerie e fondo stradale. Il negoziato si è, però, trascinato finora senza arrivare a conclusione e adesso l'esecutivo sembra pronto ad un ultimatum. Se non verranno accettate le condizioni, ci sarà la revoca della concessione, col rischio però che questa vicenda finisca in Tribunale con una lunga e costosa diatriba giudiziaria.