Sarà un autunno caldo per il fisco. Secondo l'Agenzia delle Entrate, per metà settembre sono attesi 175 adempimenti fiscali a cui vanno aggiunti quelli richiesti dai Comuni. Ecco, così, che arriviamo vicino alle 200 scadenze, tra versamenti e comunicazioni. I numeri sono più alti dell'anno scorso, quando il fisco chiedeva ai contribuenti di occuparsi di 121 adempimenti, ma quest'anno il calendario fiscale è stato stravolto dalla pandemia, come sottolinea anche la CGIA di Mestre. L'ingorgo, infatti, soffre anche di 13 imposte prorogate nei mesi scorsi dai decreti varati dal Parlamento per alleviare la crisi economica, che da adesso dovranno essere pagate almeno per metà. Le voci più importanti del tour de force fiscale sono: per le aziende, il pagamento dell'IVA di agosto, le ritenute Irpef e i contributi dei dipendenti; mentre i contribuenti che sono chiamati a pagare le tasse sono, per esempio, quelli che hanno scelto il modello unico e chi incassa affitti con la cedolare secca. Sono tuttavia le attività economiche le realtà più coinvolte: 58 scadenze toccano a imprenditori e artigiani, 60 per i lavoratori autonomi e 63 per le aziende più grandi. Questi numeri preoccupano ovviamente i commercianti. Confcommercio, infatti, lamenta che il rimbalzo atteso del Pil, negli ultimi 3 mesi, potrebbe non bastare a evitare la chiusura di molti negozi. A soffrire, lo sappiamo, sono soprattutto i servizi ricreativi, gli alberghi e i ristoranti, mentre per la prima volta dall'inizio dell'anno, ad agosto migliorano l'abbigliamento e le calzature. D'altra parte le imposte vanno pagate, altrimenti, nel giro di qualche anno, gli aiuti economici forniti dal Governo, compreso il nuovo credito d'imposta per rafforzare il patrimonio delle PMI, lanciato dal ministro Gualtieri, non potranno che ingrossare un debito pubblico già previsto a livelli record.