La partita non è finita, noi vogliamo salvare migliaia di posti di lavoro e di aziende in Italia e in Europa, anziché consegnarci alla Cina. E' la reazione stizzita del vice presidente del Consiglio Matteo Salvini al via libera della Commissione Europea alla Germania sull'e-fuel. Il carburante sintetico su cui da anni punta Berlino per la transizione ecologica, grazie al nuovo accordo, potrà essere utilizzato nei motori a combustione interna anche dopo il 2035, data dopo la quale l'Unione Europea vuole lo stop alla produzione di auto a benzina e diesel. E-fuel sì dunque bio-fuel no. Niente deroga per i biocarburanti su cui puntano altri paesi, tra cui l'Italia, che con gli impianti Eni di Marghera e Gela è il secondo produttore europeo di bio-fuel dopo la Finlandia. Dura anche la reazione del Ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che chiede a Bruxelles di inserire anche i biocarburanti tra i combustibili verdi. Contiamo che l'Europa, dice il Ministro, non si dimostri irragionevole e sorda ai richiami che provengono da un paese impegnato a centrare gli obiettivi. Neutralità energetica, questo è il punto. Nonostante l'e-fuel costi di più e abbia un grande impatto sulle risorse idriche, 2 litri d'acqua per un litro di carburante, le emissioni di CO2 hanno orientato finora le scelte della Commissione Europea. Per l'e-fuel dall'acqua si ottiene idrogeno che viene miscelato con l'anidride carbonica dell'aria. La CO2 prodotta è compensata da quella catturata in produzione. In sostanza saldo zero. Le auto a bio-fuel permettono un abbattimento della CO2 che varia a seconda della tecnologia usata, dall'80 al 100%, più o meno come le ibride.