Acerbis, ripresa a livelli pre-Covid

22 set 2020
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Siamo una realtà italiana e quindi non abbiamo le dinamiche da multinazionale ma in una piccola parte le dobbiamo vivere, dobbiamo competere. Siamo ad Albino, nel cuore della Valseriana. Non è solo il posto dove il Covid ha colpito di più, ma anche una zona ad altissima densità di industrie. All'Acerbis, produttore di ricambi e accessori per moto e abbigliamento sportivo, la cassa integrazione è durata solo poche settimane. E oggi si può parlare di ripresa completa. Siamo tornati fortunatamente a quelli che erano i livelli pre covid, riteniamo che da qui in poi si possa proseguire su questa starda. A salvare gli affari durante il lockdwn una scelta fatta pochi mesi prima: investire sulla digitalizzazione. Quando nessuno si poteva muovere di casa, i prodotti erano online, visibili, consultabili e pronti per essere spediti. Abbiamo visto un'impennata dagli Stati Uniti, quindi dove non trovavano un prodotto venivano da noi e devo dire che da questo punto di vista il periodo covid è quello che diciamo ha fatto più crescere l'e-commerce. È così che dalla Valseriana sono riusciti a non perdere quote di mercato, raggiungendo i clienti di 90 Paesi del mondo, soprattutto gli Stati Uniti, il 22% del loro marcato. Le esportazioni hanno una serie diciamo di penalizzazioni a cui bisogna far fronte. Uno è il trasporto, due esistono i dazi e poi si aggiunge l'effetto del dollaro. Il valore del dollaro, moneta sempre più debole negli ultimi mesi, potrebbe cambiare la geografia dei mercati, e la possibilità di esportare alcuni prodotti. Ora questo nostro accessorio che viene montato sulle motociclette si chiama para mano e serve a proteggere le mani da eventuali sassi, diciamo,per quando si fa motocross. Questo oggetto esce dalla nostra azienda verso gli Stati Uniti a 10 dollari, ma arriva a 40, quindi 40 dollari al pubblico. Se noi aumentiamo di un dollaro, cosa necessaria, se il cambio varia di più o meno 10%, questo cosa si riflette con 4 dollari al pubblico, che vuol dire un paramano a 44 dollari e probabilmente nostro utente finale degli Stati Uniti avranno l'opportunità di trovare un competitor nostro che produce negli Stati Uniti al prezzo diciamo normalizzato di 40. L'Acerbis nel 2019 ha acquisito un'azienda concorrente negli Stati Uniti, sono pronti a un piano B, in vista di un eventuale ulteriore ribasso del dollaro. Per noi fino 1,25 resta una convenienza, mentre invece dal 1,25 in poi la cosa, diciamo, cambia. Il vantaggio non sarebbe solo nel risparmio dei costi di trasporto, dazi e cambio. Un dipendente americano arriva a costare 13, 14 euro, un dipendente italiano 19, 20. La giusta intuizione imprenditoriale che permetterebbe all'azienda di rimanere sul mercato avrebbero però conseguenze dolorose. Quello che sarebbe prodotto negli Stati Uniti non sarebbe più esportato quindi calerebbero i posti di lavoro da noi e aumenterebbero negli Stati Uniti.

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