Delta o Lufthansa. La ricerca del socio industriale necessaria a completare la nuova compagine societaria, che comprende Ferrovie dello Stato, Tesoro e Atlantia, per far decollare la nuova Alitalia si gioca tra questi due nomi, col colosso a stelle e strisce che sarebbe in vantaggio sul concorrente tedesco. I tempi sono stretti, con la scadenza per la presentazione delle offerte fissato al 21 novembre. Non si esclude un altro rinvio, sarebbe l'ottavo, ma ci sarebbe stata un’accelerazione negli ultimi giorni, anche alla luce della crisi dell'ex Ilva. Delta avrebbe una marcia in più perché disposta a investire nel progetto denari veri, circa 100 milioni, diventando così azionista a tutti gli effetti. Da capire bene, però, come vorrà gestire le redditizie rotte verso il nord America, per le quali nei mesi scorsi si era parlato di un taglio. Lufthansa, invece, si limiterebbe a un'alleanza da subordinare a una forte ristrutturazione dall'alto prezzo politico: 5000 esuberi, il doppio di quelli prospettati da Delta e una compagnia notevolmente ridotta, con 30, 40 aerei in meno. Una riduzione del personale appare comunque una possibilità concreta, qualunque sia l’assetto definitivo. Alitalia è gestita da commissari governativi da due anni e mezzo, continua a volare grazie ai prestiti dello Stato, ma perde molti quattrini. I soldi pubblici comunque daranno benzina all'aviolinea anche in futuro, visto che Ferrovie è una società statale e il Ministero dell'Economia sarà della partita. C'è poi Atlantia, che controlla 3000 chilometri di autostrade e gli aeroporti di Roma. La partecipazione del gruppo della famiglia Benetton sarebbe più vicina perché si starebbe lavorando a una revisione del contratto di gestione autostradale e non a una sua revoca. Insomma, il dossier è complesso, ma si attendono novità, anche se poi per concludere l'intera operazione occorreranno diversi mesi.