Una flotta dimezzata di appena una cinquantina di aerei, migliaia di esuberi, rimarrebbe meno della metà dei dipendenti che sarebbero peraltro riassunti con nuovi contratti meno favorevoli, meno destinazioni, meno slot, mantenimento diretto delle sole attività di volo. Sono questi i paletti dell'intesa preliminare tra Roma e Bruxelles sul futuro di Alitalia o meglio di ITA, così si chiamerà la nuova società nata dalle ceneri dell'ex compagnia di bandiera. Per quanto riguarda il marchio e le attività di manutenzione degli aerei o i servizi aeroportuali, la nuova società potrà partecipare a un'asta competitiva e riacquistarli. Nei piani la flotta inizierà ad aumentare già l'anno prossimo. Questo però è un futuro che va ancora scritto, per ora c'è la realtà di un piano definitivo che deve ancora essere approvato, vanno definiti a livello tecnico i contenuti dell'intesa con l'Europa. Il Governo spera che la compagnia possa volare già ad agosto per intercettare la ripresa del turismo post-Covid. Il punto fondamentale, per la Commissione, è la discontinuità con la vecchia compagnia, anche per evitare che sulle spalle della nuova, possa ricadere un'eventuale decisione sfavorevole sui prestiti che Alitalia ha ricevuto in passato dal Governo, 1 miliardo e 300 milioni che sono adesso sotto la lente di Bruxelles e che potrebbero essere giudicati illegali. La nuova società riceverà un capitale di 1,35 miliardi di euro, 700 milioni già quest'anno per la licenza e inoltre dovrà essere in grado di reggersi in piedi economicamente e garantire redditività all'azionista pubblico. Fino a quando ITA non potrà decollare Alitalia continuerà ad operare, ma già nell'immediato si pone un problema di liquidità, gli ultimi 150 milioni previsti dal Governo non sono ancora arrivati e i commissari fanno sapere che il 28 maggio gli stipendi saranno pagati solo al 50%, il resto arriverà, forse, a inizio giugno.