Vendita in blocco unico o in due pezzi. Con la pubblicazione del bando per la cessione di Alitalia, la compagnia aerea in crisi mette nero su bianco quanto il Governo e i suoi commissari, la società in amministrazione straordinaria, avevano da tempo preannunciato. L’aviolinea può essere consegnata al miglior acquirente per intero o secondo quello che viene chiamato “spezzatino” con la preferenza per la prima modalità che salvaguarderebbe di più i posti di lavoro. Nel bando si legge, infatti, che sono considerate preferibili le offerte sul lotto unico, quello cioè che tiene insieme le attività di trasporto aereo e manutenzione con quelle dei servizi in aeroporto per l’assistenza a terra. Le offerte si possono presentare dal 7 agosto alla mezzanotte del 15 settembre. I giochi, però, non si chiuderanno qui perché a quel punto si aprirà una fase preliminare sulla valutazione delle proposte che si concluderà il 2 ottobre. Ma ci sarà poi altro tempo per migliorare queste offerte con l’obiettivo di chiudere la partita il 5 novembre. Non prima di questa data, quindi, si dovrebbe sapere che fine farà Alitalia. Il bando, oltre a elencare i requisiti minimi del potenziale compratore, prevede che si possano costituire e modificare cordate nel corso della procedura di vendita, aprendo così la strada a possibili decisioni dell’ultimo minuto. È ovvio, quindi, pensare che nelle prossime settimane possano spuntare nuovi offerenti, oltre a quelli che finora hanno già presentato le manifestazioni non vincolanti. Questi ultimi sono circa una decina di soggetti, fra i quali Etihad, che aveva il 49% di Alitalia prima del commissariamento. Nella lista ci sarebbero anche le compagnie low cost Ryanair e EasyJet, colossi come Delta e British, ma anche vettori cinesi e fondi di investimento.