La decisione ufficiale non è ancora arrivata, ma tutto fa pensare che Bruxelles abbia deciso. I 900 milioni di euro, che Roma ha dato in due trance ad Alitalia nel 2017, per permetterle di continuare a volare, erano aiuti di Stato illegali, perchè violavano le regole europee della concorrenza. In pratica quei soldi pubblici, gli ennesimi elargiti alla compagnia e non restituiti, hanno dato al vettore un vantaggio illegittimo rispetto alle compagnie rivali. Denari, tecnicamente un prestito ponte, che dovrebbero dunque essere recuperati dallo Stato con gli interessi, ma Alitalia ha le casse vuote. Questa circostanza potrebbe aprire la strada al fallimento, complicando l'operazione ITA, Italia Trasporto Aereo, la nuova società interamente controllata dal Governo, che ha il compito di prendere il testimone dell'ex compagnia di bandiera, col benestare dell'Unione Europea. Una partenza, quella della nuova aviolinea tricolore, che deve avvenire in piena discontinuità col passato, debiti inclusi. Questo vuol dire che ITA, che ha a disposizione fino a 3 miliardi di euro pubblici, deve essere molto più snella, a partire dalla flotta e dal personale, ridotto a circa un quarto, rispetto alla vecchia Alitalia. Proprio sul futuro di piloti, hostess e degli altri impiegati, la situazione è incandescente. La trattativa fra società e sindacati sugli esuberi e sulle regole del nuovo contratto di lavoro, gli stipendi sarebbero ridotti dal 30 al 50%, è in salita a poco più di un mese, dal previsto decollo.