Assemblea di Confindustria, Boccia: basta promesse irrealizzabili, lo spread ci costa 5 miliardi

22 mag 2019
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Quarto e quindi ultimo discorso all'Assemblea annuale di Confindustria da parte del Presidente Vincenzo Boccia che inizia così il suo ultimo anno di mandato. Quello che l'Assemblea degli industriali italiani chiede, per bocca del suo Presidente, è quindi un patto per la crescita, per evitare un autunno difficile per la nostra industria e per la nostra economia, parlando di scelte non semplici o indolori. Cosi Boccia ai nostri microfoni, a fine Assemblea. Non sarà una manovra semplice, a partire dalle clausole di salvaguardia IVA e proprio per questo bisogna stare particolarmente attenti e fare un'operazione di realismo, pragmatismo e visione allo stesso tempo. Non possono, come dire, passare promesse semplici che invece incrementano ancora più deficit e debito pubblico. E Boccia ha anche sottolineato l'esigenza di parole che non sfiducino i mercati. Abbiamo a volte la capacità che attraverso il linguaggio facciamo aumentare lo spread, paghiamo uno spread più elevato rispetto alla Spagna, il nostro Paese è la seconda manifattura d'Europa, ha tutti i fondamentali a posto, dobbiamo stare attenti al linguaggio, perché a volte crea ansia e sfiducia, invece dobbiamo costruire un percorso in cui anche il linguaggio, oltre che i concetti e le scelte di merito siano tese alla fiducia, alla visione del futuro, alla certezza del futuro dei cittadini italiani. Questo chiede l'industria italiana, ma lo chiediamo da cittadini del Paese innanzitutto. Ma in vista delle prossime elezioni europee, il Presidente Boccia ha voluto anche toccare il tema dell'Europa, un'Europa che per Confindustria deve essere più coesa e forte e se qualcuno la pensa diversamente, deve spiegare come inserire l'Italia in un contesto differente. Risposte da parte del Governo non sono mancate, prima da parte del Vice Premier e Ministro del lavoro che dello sviluppo economico, Di Maio che ha ribadito come non sia possibile rinunciare alla disciplina dei conti pubblici, rassicurando così, almeno in parte, l'Assemblea degli industriali. E sulla questione europea è intervenuto invece chiudendo i lavori, il Presidente del Consiglio Conte che ha ribadito l'europeismo del Governo, un europeismo però non acritico.

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