Scongiurare il blocco della circolazione da ottobre di oltre un milione di auto diesel con più di 10 anni nel nord Italia, lo vuole la maggioranza che ha presentato in Parlamento due proposte per modificare la norma che stabilisce lo stop di sette mesi per ridurre l'inquinamento nelle città con oltre 30 mila abitanti in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. La regola in questione era stata approvata dal Governo in carica su indicazione dell'Unione Europea, ma ora Lega e Fratelli d'Italia vogliono rinviare il divieto di un anno lasciando più margini di manovra alle regioni sulle restrizioni, e prevedendo al contempo altre misure per tutelare l'ambiente. Il cambio di rotta verrebbe incontro a tante famiglie. Sarebbero 1,3 milioni i veicoli compresi i furgoni potenzialmente interessati dal divieto, cioè che hanno un'auto a gasolio euro 5. Si tratta di quelle immatricolate fra il 2011 e il 2015 che dal primo ottobre e fino all'aprile del 2026 non potrebbero girare dalle 08:30 alle 18:30 di tutti i giorni feriali. Esiste una sorta di deroga e cioè la possibilità di percorrere una certa quantità di chilometri all'anno se si installa un dispositivo a pagamento che registra gli spostamenti. Lo stop potrebbe avere ripercussioni sui prezzi delle macchine, i listini dell'usato e quelli del nuovo potrebbero subire rialzi se chi può permetterselo, volesse cambiare vetture in un paese dove l'età media delle quattro ruote è tra le più vecchie del continente. La limitazione era stata pensata per abbattere le emissioni nocive nella zona della Pianura Padana, dove l'aria è considerata tra le più inquinate d'Europa, soprattutto in autunno e inverno. La stretta, corredata da multe salate, diventerebbe più lunga a partire dal 2026, da settembre all'aprile successivo, ma come visto, si va verso un blocco del blocco.