Le parole di Christine Lagarde non lasciano dubbi è presto per abbassare il costo del denaro che resta così al 4,5%, livello al quale è fermo dallo scorso mese di settembre dopo la serie di rialzi iniziata nell'estate del 2022 e che tra i suoi effetti ha quello di rendere più cari mutui e prestiti. Per la Presidente della Banca Centrale Europea il rischio di nuove fiammante dell'inflazione esiste ancora. Guerra in Ucraina e Medio Oriente potrebbero far lievitare i costi dell'energia e ridare spinta all'inflazione, si va quindi avanti con cautela guardando i dati per capire quando un colpo di forbice potrà arrivare, forse in estate come la stessa numero uno dell'Euro Tower aveva ipotizzato pochi giorni fa. Nel frattempo la BCE mantiene sostanzialmente ferme le sue stime sull'inflazione dell'area Euro che dal 2,9% di dicembre dovrebbe continuare a calare nel corso dell'anno verso quei due punti che rappresentano l'obiettivo finale. Testano i rischi, la rapida crescita dei salari e la minore produttività che mantengono alta la pressione sui prezzi ma anche la crescita debole coi conflitti in corso, che possono frenare i commerci come nel Mar Rosso. L'economia dice l'Istituto Centrale probabilmente è rimasta stagnante negli ultimi mesi nel 2023 e rimarrà debole nel trimestre in corso con una ripresa attesa solo nei mesi successivi. In questo scenario si guarda anche alle politiche fiscali europee, "Le nuove regole di bilancio del patto di stabilità devono essere attuate senza indugio" ha detto Lagarde, un monito a quei Paesi come il nostro con debito alto e difficoltà a far quadrare i conti.