Aver lanciato l'offerta e poi nascosto la mano con l'assegno rischia di costare caro ad Elon Mask. Il board di Twitter ha infatti approvato la proposta d'acquisto da cui l'uomo più ricco del mondo sta cercando di svincolarsi e ora vuole i $44 miliardi promessi. Deciderà a metà ottobre un Tribunale del Delaware anche perché con le società quotate in borsa non si scherza. Lo scorso aprile il vulcanico miliardario patron delle auto elettriche Tesla e fornitore dei razzi spaziali per la NASA, grande utilizzatore del social media dei cinguettii del quale già era principale azionista con il 10% delle quote, l'aveva buttata lì: "Quasi quasi mi compro Twitter". Il prezzo offerto rispetto ai valori di allora era generoso tanto da far nascere dubbi che perfino lui potesse raccogliere tutta la liquidità necessaria per una piattaforma in cui il modello di business resta a dir poco precario. A luglio quindi ci aveva ripensato sostenendo che le informazioni fornite sul numero di utilizzatori reali fossero false e pretendendo quindi l'invalidazione dell'offerta. Gli altri azionisti però a quel premio da $54,20 per azione ci avevano fatto la bocca anche perché l'ultima quotazione è di poco sopra i 40. Si sono rivolti al giudice e nel frattempo l'hanno approvata. Non è detto però che alla fine Musk sia obbligato a comprare. Nelle ultime ore infatti una nuova grana ha travolto Twitter: il suo ex responsabile della sicurezza licenziato a gennaio ha testimoniato al Senato americano di gravi falle accusando la società di aver ingannato gli investitori. Proprio il genere di rivelazioni di cui Musk avrà bisogno in tribunale per tirarsi indietro.























