Meno tasse per chi ha figli. È su questa strada che intende muoversi il Governo per incentivare le nascite nel nostro Paese, precipitate ai minimi storici. Non è solo una questione demografica: con una popolazione che diminuisce e invecchia potrebbe diventare complicato in futuro sostenere la nostra economia e finanziare molti servizi, a partire dalle pensioni. La formula per incentivare la natalità è ancora, fuor di metafora, in gestazione. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti punterebbe a un taglio delle imposte, ma non si sa quali e di quanto diminuirebbero, né con quanti figli si avrebbero vantaggi. La misura potrebbe resuscitare gli sconti fiscali, nell’Esecutivo si ipotizza una detrazione di 10.000 euro l’anno, assorbiti dal marzo del 2022 dall’Assegno Unico. Quest’ultimo resterebbe in vigore ma l’intenzione è, appunto, di rafforzarlo, come scritto nel Documento di Economia e Finanza, dove peraltro si sottolinea che l’aumento degli immigrati darebbe una mano a sorreggere i conti pubblici nel breve termine. Spingere le nascite con più denari è infatti un’operazione che potrebbe avere effetti solo nel lungo periodo. In questo senso va giudicato il primo anno di applicazione dell’Assegno Unico, che ha distribuito più risorse portando vantaggi a tre quarti delle famiglie, soprattutto quelle con redditi più bassi. Famiglie preoccupate per il calo delle nascite, con oltre il 40% degli italiani frenato dal voler mettere al mondo un bambino per i problemi economici.