"La domanda infatti che le faccio, visto che non abbiamo più tanto tempo è proprio questa: Chi ci sta guardando e in qualche modo è coinvolto con Eurovita, cosa deve pensare in questo momento? Quali sono le indicazioni che possiamo loro dare." "In questo momento sicuramente non è che può fare molto perché fino al 31 marzo la compagnia di fatto ha congelato i riscatti. Quello che spiegava bene dipende dal fatto che soprattutto le polizze cosiddette ramo primo della gestione separata hanno questa particolarità che i prezzi di mercato, a differenza di un fondo investimento o di un etf dove questo non può accadere, non sono valorizzate a cosiddetto market to market ma al costo storico. Diciamo, la normativa prevede che le compagnie per evitare questo rischio rafforzino il capitale e aumentino attraverso dei coefficenti cosiddetti di solvibilità il livello di copertura, ma in questo caso abbiamo un azionista che un è un fondo di private equity britannico molto forte che non ha ancora adempiuto anche se settimana scorsa, ecco questa è una prima notizia, ha messo 100 milioni di euro che ancora non sono sufficienti. Si era parlato di 200-300 milioni di euro necessari ma a questo punto quello che possiamo dire è che è probabile che al capezzale di questa situazione che evidentemente, come abbiamo provato a raccontare seppure sommariamente, sicuramente è una grana che il sistema deve gestire ma soprattutto la vigilanza su queste compagnie deve essere molto più forte e molto più precisa e tempestiva.".