La stretta sui grandi evasori è ancora da mettere a punto nei dettagli. Le novità annunciate dal governo per garantire il carcere a chi non versa il dovuto al fisco dovranno, inoltre, passare all'esame del Parlamento. L'inasprimento delle pene contenute nel decreto fiscale, la stampella della manovra, partirà, infatti, solo dopo la conversione del provvedimento in legge. Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parla di carcere da 4 a 8 anni per chi evade cifre superiori ai centomila euro. “Un grande cambiamento - aggiunge il Guardasigilli - perché - spiega - alzando la soglia minima della detenzione, il colpevole non potrà usufruire, nella maggior parte dei casi, delle misure alternative al carcere, quelle, cioè, che escludono al condannato di finire fisicamente dietro le sbarre.” Inoltre, aggiunge Bonafede “Più dell'80% delle somme che sfuggono al fisco sono sopra i 100 mila euro, quindi sarebbe inaccettabile non perseguire penalmente questi evasori.” Il Ministro cita dati dell'Agenzia delle Entrate che si riferiscono alla montagna di cartelle esattoriali in magazzino, cioè tutti gli accertamenti esistenti su contribuenti sospetti. Entrando nel dettaglio della riforma, poi, secondo le ipotesi che circolano, sappiamo che si interviene sui vari reati tributari esistenti, alzando le sanzioni e ampliando l'area entro la quale il reato non comporta più solo una sanzione amministrativa, ma anche un processo penale, introducendo attenuanti quando la quantità di denari evasa è modesta, nonché la confisca contro chi non è in grado di giustificare un tenore di vita sproporzionato al reddito dichiarato. Per la dichiarazione fraudolenta, cioè quella con fatture false, la pena, ora tra un anno e mezzo e 6 anni, salirà tra 4 e 8 anni. Anche per la dichiarazione infedele, quella senza frode, il carcere diventa più alto, ma in questo caso il tetto della rilevanza penale scende da 150 mila a 100 mila euro. Parliamo sempre del valore della singola imposta, non, quindi, della somma di diversi tipi di tasse non pagate. Come detto, l'obiettivo è aumentare le probabilità che i grandi evasori finiscano in carcere, un'ipotesi oggi piuttosto remota, visto che solo poco più di 200 persone nel nostro Paese sono al fresco per non aver pagato il dovuto all'erario.