Caro energia, transizione ecologica sbatte contro burocrazia

14 set 2022
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Le presse stampano pezzi in serie, il rumore di fondo, sordo e metallico accompagna tutta la produzione. Siamo alla Co.Mec di Alpignano nel Torinese, azienda specializzata in componentistica meccanizzata di precisione per il settore automobilistico. Stampaggio lamiere in modo particolare, 90 dipendenti e un fatturato da 17 milioni di euro, questa è un'industria mediamente energivora ma da inizio anno i costi delle bollette sono quasi quadruplicati. "La nostra azienda è passata da una bolletta in euro da circa 20.000 euro al mese, agli inizi del 2022 a un luglio a 57.000 euro mese, e la previsione per settembre è di 77.000 euro mese". Ma il paradosso è che la Co.Mec ha sul proprio tetto una distesa di pannelli solari nuovi di zecca. Eccoli, finiti di installare ad inizio agosto e capaci di produrre oltre 300 kw ora di energia, un terzo del fabbisogno dell'azienda. Gli inverter, che trasformano l'energia solare in corrente, sono collegati ma è tutto fermo la transizione ecologica e il caro energia in questo caso sbattono contro la burocrazia. "Il vero problema è legato al fatto che noi non sappiamo quando questo impianto sarà messo in funzione, in quanto è necessaria una verifica da parte di alcuni organi di controllo Agenzia delle Dogane in primis, e non abbiamo alcuna previsione di questo controllo". "Ci sono molte storie di imprenditori che stanno peggio di noi. Noi siamo pronti tecnicamente da qualche settimana e senza previsione ci sono imprenditori che hanno degli impianti pronti dallo scorso mese di febbraio, siamo a settembre, non hanno previsione alcuna". Collaudi del genere in Europa hanno altri tempi, 20 giorni in Ucraina, due settimane in Polonia, anche questo crea uno scalino nella competitività. "I clienti fanno delle domande esplicite sulla sostenibilità da parte delle nostre imprese: "Ma riuscirete a sopportare questa esplosione di costi"? "Riuscirete a fornire quello che noi vi chiediamo"? E il confronto viene fatto con altri Paesi europei che in alcuni casi pagano un terzo di quello che paghiamo noi l'energia elettrica, quindi il confronto è veramente inquietante".

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