Le multinazionali straniere GKN di proprietà britannica e Gianetti Ruote acquistata da un fondo tedesco annunciano che chiuderanno due delle loro fabbriche italiane licenziando in tutto quasi 600 dipendenti. La notizia agita i sindacati per varie ragioni. Da una parte le modalità: il licenziamento in entrambi i casi è stato comunicato via mail, modalità che lo stesso Governo ritiene inaccettabile, che fa parlare il leader della CGIL Landini di far west anche per via di possibili future delocalizzazioni. Dall'altra c'è la mancata applicazione dell'intesa raggiunta con Confindustria quando le parti sociali hanno contrattato con il Governo la fine del blocco dei licenziamenti a partire dal primo luglio. In base a quella intesa, che comunque non è vincolante, gli industriali si impegnano a ricorrere alla Cassa Integrazione prima di licenziare. Certo è difficile dire se la decisione delle due aziende, che pur vivendo situazioni diverse, operano entrambe nell'automotive, settore in crisi da tempo, sia direttamente legata allo sblocco dei licenziamenti. È vero che in alcuni casi particolari si poteva licenziare anche durante il blocco, ad esempio con un accordo collettivo o in caso di cessazione totale dell'attività dell'azienda, è quello che è avvenuto ad esempio con la Bekaert, che dopo aver comunicato la cessazione dell'attività nel 2018, a maggio scorso ha mandato a casa i 112 dipendenti dello stabilimento di Figline Valdarno. Ma appunto si trattava di casi particolari e non è detto che GKN e Gianetti Ruote ci sarebbero rientrate, quindi potrebbero comunque aver aspettato lo sblocco dei licenziamenti per non avere problemi. È poi presto per dire se questo atteggiamento farà da apripista per altre aziende, dando l'avvio a una stagione di licenziamenti dopo più di un anno di blocco. Al momento segnali in questa direzione, a parte questi casi eclatanti, non ce ne sono. Secondo l'agenzia Veneto Lavoro il numero dei licenziamenti nei primi tre giorni di sblocco è in linea con gli anni pre-pandemia, ma probabilmente è troppo presto per trarre conclusione in un senso o nell'altro e capire cosa potrà accadere dall'estate in poi.