Un quadro a tinte fosche quello rappresentato dal CENSIS nel rapporto annuale sulla società italiana. Il sentimento più diffuso nei confronti del futuro è l'incertezza. Secondo l'Istituto di ricerca, quello che gli italiani hanno affrontato, negli ultimi anni, è stato uno stravolgimento sociale epocale, dovendo fare i conti con la crisi economica, con la ripresa che non è mai arrivata e con un sistema di welfare pubblico che non copre più i bisogni, come in passato. Da qui l'ansia di dover fare da soli, in un momento in cui sono venuti meno i pilastri storici della sicurezza familiare. Se un tempo si puntava sulle proprietà immobiliari, per investire i risparmi che avrebbero garantito un futuro ai figli, oggi non è più così. Nel 2011 gli immobili rappresentavano il 60% di valore nei patrimoni familiari. Oggi si è scesi al 54%. Il mattone viene visto più come un costo che, come investimento. È la fine della corsa verso il benessere, spiega il CENSIS, gli italiani percepiscono che l'ascensore sociale non funziona più e che i figli vivranno una condizione economica peggiore rispetto ai padri. La strada per uscire da questa situazione non viene indicata dalla politica e così gli italiani trovano soluzioni da sé. La spesa per consumi diminuisce del 2% in banca, diminuiscono le attività Finanziarie, aumentano i risparmi tenuti in contanti e si fa ricorso a quello che l'Istituto di Ricerca chiama nero di sopravvivenza, ossia l'evasione fiscale. Questo clima di incertezza, spiega il CENSIS, genera ansia. Il 74,2% degli italiani dichiara di essersi sentito molto stressato nel corso dell'ultimo anno. Questo sentimento si traduce in un aumento delle vendite di ansiolitici. Il risultato è una chiusura in se stessi, il 75% non si fida più degli altri e il 48 manifesta pulsioni antidemocratiche, dichiarando che ci vorrebbe un uomo forte al comando che possa non preoccuparsi di Parlamento ed elezioni, pur di curare l'incertezza.