In declino: così gli italiani vedono il loro paese. E alle incertezze sociali ed economiche si accompagna una cecità diffusa, un sonnambulismo lo chiama il Censis nel suo ultimo rapporto, di fronte ai presagi. Quali? Il calo delle nascite per esempio che porterà nel 2050 la perdita di quasi 8 milioni di lavoratori con conseguenze rilevanti su economia, salute e previdenza. Quello del welfare è un'incognita che desta grande preoccupazione. Il 70% della popolazione teme che sarà difficile trovare i soldi per le pensioni e che la sanità pubblica non riuscirà ad assicurare cure adeguate. Angosce per scenari ipotetici che, si sottolinea, non spingono però l'avvio di interventi concreti e risorse. L'incertezza d'altra parte sembra essere il filo rosso che unisce la società. Larga parte degli italiani è convinta che ci sarà una crisi e che aumenterà la povertà. Una maggioranza pessimista che si sposa con le stime non certo rosee sull'economia. Gli ultimi dati sul prodotto interno lordo confermano il rallentamento e le aspettative su una robusta spinta dal piano nazionale di ripresa si scontrano con la sua attuazione che a fine anno risulterà di gran lunga inferiore alle previsioni. Il buon andamento dell'occupazione poi va letto insieme all'ultimo posto nella classifica europea che continuiamo ad avere con divari ancora più ampi per l'impiego femminile. Se raggiungessimo la media continentale, ricorda il Censis, avremmo circa 3,6 milioni di lavoratori in più. In questo quadro sembra chiaro a tutti che i giovani sono tra i più penalizzati. Ma sono pochi, saranno ancora di meno in futuro e quindi contano poco. Forse anche per questo molti di loro vanno all'estero in un'Italia che resta una terra di emigrazione più che un approdo per chi è in cerca di fortuna.