Fra 14 anni comprare un'auto nuova a benzina o diesel potrebbe essere solo un ricordo, a meno che qualcuno non inventi un motore che bruci petrolio senza inquinare. Un'ipotesi assai improbabile, visto che l'Europa vuole che dal 2035 le macchine abbiano impatto zero sull'ambiente e le alternativa al momento sembrano essere poche. Escluse anche le ibride, rimarrebbero solo le elettriche e quelle a idrogeno. Quest'ultima tecnologia è lontana dai pensieri di quasi tutti i costruttori, che da tempo investono sulle auto a batteria ma che ritengono un errore i tempi dettati da Bruxelles. C'è da dire che per ora si tratta di una proposta e per tradurli in legge il percorso potrebbe essere lungo. La Commissione però ne è convinta perché sostiene che i veleni dei tubi di scappamento rappresentano il 20% dei gas serra nel continente. Se non si cambiassero gli obbiettivi, stima Bruxelles, nel 2030 la quota di auto a emissioni zero arriverà soltanto all'11%. E ancora più bassa sarebbe quella di furgoni e camion. Si tratterebbe di un miglioramento rispetto a come stanno ora le cose, visto le percentuali risicate di quattro ruote elettriche in circolazione. Le vendite sono aumentate nel 2020, anno nero per il settore, ma in Italia, per fare un esempio, di veicoli di questo tipo, non ibridi ma solo elettrici, ce ne sono appena 48 mila su oltre 38 milioni circolanti. Per incentivare l'auto ecologica l'Unione Europea pensa di utilizzare una parte del fondo, stimati in 70 miliardi in 7 anni, alimentato dall'aumento delle tasse sui carburanti e da quello sull'utilizzo di anidride carbonica. L'Unione pensa anche ad altri finanziamenti per il comparto e raccomanda ai vari stati di rendere capillare la rete di colonnine di ricarica, ogni 60 km in autostrada. Tutto questo per abbattere alcuni degli ostacoli al successo dell'elettrico, che comunque difficilmente uscirà dalla nicchia fino a quando i prezzi rimarranno proibitivi per molte famiglie.