Sì ciò che preoccupa è la scadenza entro cui l'Italia dovrà spendere tutti i soldi del PNRR, 194 miliardi di euro e vale a dire giugno del 2026, ormai meno di due anni. Questo è il termine che il governo vuole andare a cambiare. Giorgetti lo aveva già anticipato anche nei mesi scorsi. E queste sono le scadenze che sono scritte nel regolamento europeo che è andato a introdurre, ormai nel 2021, il recovery fund. Noi italiani tra l'altro siamo stati anche in qualche modo più realisti dell'UE perché abbiamo voluto introdurre una scadenza di due mesi prima rispetto a ad agosto del 2026. Quindi dovremmo spendere tutto entro il mese di giugno richiedendo, tra l'altro, tutti i fondi fin da subito a differenza di quanto hanno fatto altri paesi e poi con la guerra in Ucraina abbiamo dovuto in qualche modo rimodulare. Va detto che l'Italia non è l'unico paese a fare questo tipo di richieste. Anzi, il Portogallo con Antonio Costa l'ex primo ministro già nel 2022 aveva chiesto di rendere più flessibile il calendario, anche rispetto alla scadenza; lo stesso ha fatto la Spagna, la Romania. Insomma, ci sono un gruppo di paesi che ha fatto questo tipo di richieste, ma per adesso Bruxelles non ha ascoltato queste proposte. Andiamo a vedere anche perché: è una preoccupazione che arriva anche dai tecnici della BCE come Isabel Schnabel che dice: "Affrettare la spesa, attenzione perché può provocare colli di bottiglia, rialzo dei prezzi. Dobbiamo fare un'attenta riflessione su questo". Anche se Francoforte non è mai arrivato a richiedere una modifica del regolamento. Anche perché, effettuare questo tipo di musica è decisamente complicato. Attenzione: se modificare il regolamento che abbiamo visto prima, per quello serve soltanto si fa per dire l'accordo tra Consiglio Europeo, Parlamento Europeo e Commissione, c'è poi da modificare la decisione del consiglio Ue che nel 2020 è andato a decidere di prendere a prestito dai mercati centinaia di miliardi di euro, il famoso Next Generation EU, e per modificare questa decisione che come vedete ritrova al suo interno il fatto che dopo il 2026 questi prestiti non verranno più chiesti, serve l'unanimità di tutti gli stati europei e anche la ratifica di tutti i parlamenti nazionali dell'Unione Europea. Insomma, davvero una confusione che verrebbe da mettersi le mani nei capelli e già dalla Germania nei mesi scorsi è arrivato un no ben chiaro dal ministro delle finanze tedesco Lindener. Quello di cui non abbiamo bisogno sono nuovi debiti comuni europei. Quindi si farebbe molta fatica mettere d'accordo l'UE su una estensione del termine entro cui spendere tutti i soldi del PNRR che per adesso rimane il 2026.