La guerra commerciale lanciata da Donald Trump si arricchisce di un nuovo capitolo. Gli Stati Uniti minacciano di colpire con dazi fino al 100% i paesi che applicano una Web Tax ai giganti digitali, a cominciare dai colossi a stelle e strisce come Google, Apple, Facebook e Amazon. Secondo il Rappresentante per il commercio USA, Robert Lighthizer, la Web Tax che colpisce le società digitali è discriminatoria. Nel mirino dei dazi nordamericani esplicitamente c'è la Francia che applica una aliquota del 3% sui ricavi superiori a 750 milioni euro a livello globale e 25 milioni di euro sul suolo francese derivanti dai servizi digitali delle società del web. Trump ha minacciato di colpire merci francesi, tra cui champagne, vini, formaggi, cosmetici per 2,4 miliardi di dollari. Ma la rappresaglia degli Stati Uniti contro i Paesi che applicano una Web Tax potrebbe colpire anche l'Italia. Già, perché anche da noi, dopo anni di rinvii, a gennaio dovrebbe entrare in vigore un prelievo del 3% sulle società digitali con l'obiettivo di far pagare di più i giganti del web, che sulla gran parte del fatturato, oggi versano le tasse in Paesi con la fiscalità agevolata, tanto che l'anno scorso le maggiori società internet hanno pagato in Italia meno di 80 milioni di euro di tasse su 3 miliardi di fatturato. Dalla Web Tax, invece, si prevede un gettito che nel 2020 dovrebbe essere di 708 milioni.