A ricordare che quella franco-tedesca sul cosiddetto Recovery Fund è, seppure autorevole, pur sempre solo una proposta, ci pensa Valdis Dombrovskis. Un segnale positivo, la definisce il Vicepresidente della Commissione europea, comunque ottimista sulla possibilità di raggiungere un compromesso accettabile. Già, perché l'idea di Merkel e Macron di un fondo da 500 miliardi garantito dal bilancio comune europeo per trasferimenti a fondo perduto verso gli Stati più colpiti deve insomma essere necessariamente bilanciata con le posizioni di Austria, Olanda, Danimarca e Finlandia, disponibili solo a concedere finanziamenti. Resistenze che in realtà si registrano anche all'interno della stessa maggioranza che in Germania sostiene la Cancelliera, criticata dal suo stesso partito, la CDU, oltre che dai liberali e dall'estrema destra. Per questo, annuncia Dombrovskis, la proposta che la Commissione avanzerà la prossima settimana conterrà un mix di sussidi e prestiti, anche se il totale dovrebbe superare i mille miliardi. Della bozza franco-tedesca dovrebbe rimanere invece la parte riguardo alle riforme che saranno richieste ai Paesi che vorranno accedere ai fondi. Condizionalità che potrebbe rassicurare le capitali del Nord e renderebbe più facile trovare un accordo. A favore della proposta di Parigi e Berlino si schiera invece il numero uno del Mes, Klaus Regling, convinto che per la ripresa siano necessari anche dei sussidi tra i vari strumenti messi in campo. Peraltro, dopo la linea di credito per i costi sanitari del fondo salva-Stati, l'Ecofin ha dato il via libera definitivo anche alla cosiddetta cassa integrazione europea che può valere fino a 100 miliardi. Tempi più lunghi invece per la ricapitalizzazione della banca degli investimenti.