"Un grande esempio di come alla fine sI debba essere uniti per portare avanti l'istanza dell'industria del Paese." Emanuele Orsini è il nuovo Presidente di Confindustria, col consenso quasi unanime dell'assemblea degli industria nell'ultimo miglio di quella che è stata una campagna elettorale tesa e ricca di divisioni. Dialogo, identità e unità sono le parole d'ordine il numero uno dell'associazione, che raccoglie oltre 150 mila imprese e che nel suo programma mette in cima alle priorità l'Europa, l'energia e la certezza del diritto. "Il tema di competitività europeo sarà fondamentale. Dobbiamo ovviamente stare attenti a questi percorsi delle transizioni, che possono dare, ovviamente mettere in difficoltà le imprese e l'industria." Il riferimento è alle normative comunitarie che putano a ridurre le emissioni inquinanti e che possono costare caro alle aziende italiane, in particolare a quella dell'auto. "È impensabile non dare, non bloccare ciò che sta succedendo sull'automotive. Nel 2035 lo stop è impensabile per un Paese come il nostro dove vive di know-how tecnologico." Altro capitolo cruciale è quello energetico. "Serve maggiore indipendenza." sostiene il neo presidente, secondo il quale è impossibile farlo solo con le fonti rinnovabili. "Dobbiamo rilanciare il nucleare, perché il nucleare sarà fondamentale per abbassare i costi." Orsini è convinto che il Governo debba mantenere il taglio del cuneo fiscale, cioè minori contributi a carico dei lavoratori, mentre reputa una follia mettere in discussione il Jobs Act e all'Esecutivo chiede di attuare il piano di incentivi all'industria per l'innovazione e un confronto costante. Parlando del superbonus dice: "Abbiamo visto il dibattito sul 110. Noi siamo d'accordo che magari quella misura debba essere fermata, ma non debba essere fermata mettendo in difficoltà chi ha scritto e firmato contratti. Nel momento in cui si va a chiudere misure in modo retroattivo, viene a mancare la fiducia tra l'impresa e l'Istituzione. Non ce lo possiamo permettere.".