La notizia è che l'accordo sul price cap sul gas, alla fine dell'ennesima riunione durata otto ore, non c'è. Che poi è una non notizia vista la conclamata spaccatura a livello europeo su uno strumento molto discusso e che rischia di arrivare, se arriverà, quando ormai i buoi hanno lasciato la stalla. Il vertice straordinario dei Ministri dell'Energia dell'Unione, lungo e tribolato, ha fatto segnare solo, per citare fonti interne, moderati progressi ma restano tutte le divisioni sulle soglie e sui meccanismi per attivarle. Molti membri temono infatti che con un limite al prezzo i venditori possano chiudere i rubinetti. La Commissaria all'Energia, l'estone Kadri Simson l'aveva del resto chiaramente ammesso in apertura di lavori: "Non sarà facile trovare l'accordo perché gli Stati membri hanno ancora opinioni e preoccupazioni molto diverse tra loro". É stata facile profeta, sul tavolo resta l'ultima versione del compromesso che fissa il tetto tra 200 e 220 euro a Megawattora, attivabile se i prezzi sul mercato di Amsterdam raggiungono la soglia per un periodo compreso tra i tre e i cinque giorni, tetto ancora molto alto sebbene comunque più basso di quello proposto a 270 euro nella precedente bozza, considerato da alcuni Paesi quasi una beffa. Ci sono ancora alcuni punti che vanno definiti, ha spiegato il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il punto principale di discussione è la soglia di prezzo, ha aggiunto. Il testo così laboriosamente partorito e ancora incompleto sarà discusso al vertice dei capi di Stato e di Governo del 15 dicembre e dall'ultimo Consiglio "Energia dell'anno", in programma il 19.























