Conti correnti più cari per salvare le banche

08 giu 2017
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Il salvataggio di una banca può pesare sulle tasche di ognuno di noi anche quando non è lo Stato a mettere i soldi per evitare il crac. A dircelo sono gli aumenti sulle spese per i conti correnti che da quasi un anno diverse banche stanno applicando: rincari sui costi di gestione proposti come modifica unilaterale per recuperare le spese sostenute dagli istituti per finanziare due fondi di garanzia, quello per rimborsare i correntisti in caso di fallimento e quello per gli istituti in crisi, quest’ultimo utilizzato per il salvataggio delle quattro banche sull’orlo del crac a fine 2015. Uno degli ultimi casi in ordine di tempo è quello di Deutsche Bank che a inizio 2017 ha inviato a molti suoi clienti la lettera che stiamo vedendo, avvertendoli che il 30 giugno, a causa di questi costi, preleverà 24,32 euro una tantum. La banca tedesca non è l’unica ad aver spalmato sui risparmiatori queste spese. Lo scorso autunno il Banco Popolare ha inviato ai suoi correntisti una lettera annunciando un rincaro, anche in questo caso una tantum di 25 euro. UBI Banca invece aveva chiesto 12 euro in più giustificando il rincaro come aumento dei costi di produzione tra cui il Fondo interbancario, quello che tutela i depositi. L’estate scorsa era stato UniCredit a chiedere da 5 a 12 euro in più al mese per alcune categorie di clienti e tra le motivazioni c’era anche il fondo per le crisi bancarie. Altri istituti hanno ritoccato negli ultimi mesi le spese per i correntisti, da ultimo Intesa San Paolo che, però, si giustifica in altro modo e cioè per i tassi di interesse molto bassi. Non sappiamo se tutti questi rincari finiranno per alzare il costo medio dei conti correnti che negli ultimi anni è sempre diminuito grazie all’avvento dell’on-line. Intanto, per chi si vede aumentare questi costi non ci sono molte alternative. Se il rincaro è giustificato, cioè a norma di legge, non resta che cambiare banca e se il sistema creditizio italiano dovrà sborsare altri denari per salvare le due banche venete altri rincari per i correntisti potrebbero essere dietro l’angolo.

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