La corsa per la manovra per l'anno prossimo è già iniziata e si annuncia ricca di ostacoli perché le incognite sono molte. La zavorra dei bonus edilizi da oltre 200 miliardi è mastodontica e incombono i nuovi vincoli di bilancio europei. Solo per mantenere le misure in vigore del taglio delle tasse e lo sgravio dei contributi per i lavoratori servono più di 14 miliardi, un'altra decina sono necessari per mantenere la spesa sanitaria ai livelli attuali, c'è anche l'eventualità che si debbano impiegare più quattrini per la difesa e poi ci sono le cosiddette uscite obbligatorie, quelle per mandare avanti la macchina dello Stato. Il conto solo così supera i 25 miliardi con la prospettiva che non ci siano i soldi per mantenere tutte le promesse, a partire dalla riforma delle pensioni. In questo scenario il Governo si appresta a procedere a piccoli passi con un documento di economia e finanza asciutto, come ha annunciato il Ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, che dà per scontato una procedura europea di infrazione che complica la caccia alle risorse. Nelle consuete indicazioni, che ad aprile tracciano a grandi linee la prossima legge di bilancio dunque, non si leggerà cosa intende fare il Governo per stimolare l'economia e salvaguardare le finanze. La crescita per il 2025 dovrebbe essere stimata all'1%, il deficit intorno al 4,3 e il debito sul 140, livelli che quindi non terrebbero conto delle politiche da mettere in campo, perché Palazzo Chigi sembra voler prendere tempo per capire quanto potrà tirare la coperta, cioè quanta spesa extra poter fare, e questo innanzitutto dipenderà dal conteggio esatto del peso del superbonus e dall'Europa. Le nuove regole comunitarie sono diventate più stringenti ma la loro definizione finale si avrà poco prima delle elezioni di giugno, solo dopo con un nuovo esecutivo a Bruxelles e margini da contrattare, si potrà giocare la partita per la nuova manovra.