Una ventata di ottimismo sull'andamento dell'economia che non si vedeva dall'inizio dell'emergenza sanitaria. La ripresa corre più del previsto dopo il drammatico tonfo dovuto alla pandemia. Una crescita che da fiducia all'Italia, per usare le parole di Mario Draghi, convinto che la situazione sia di gran lunga migliore di quella che lo stesso Governo aveva in mente in primavera. Grazie anche alle vaccinazioni, che il premier definisce l'ingrediente della ripresa, vengono migliorate le stime sui conti pubblici. Il prodotto interno lordo quest'anno aumenterà del 6%, un punto e mezzo in più rispetto a quanto formulato ad aprile. Ci vorrà ancora tempo per recuperare il crollo del 2020, probabilmente bisognerà aspettare la metà del 2022, confidando che alla fine dell'anno prossimo, il PIL si attesti al 4,7%. Meno elevato il deficit, che pur rimanendo a quote altissime, nel 2021 dovrebbe essere al 9,4%, cioè oltre 2 punti in meno delle attese, per scendere nel 2024 al 3%, il livello massimo fissato dell'Europa ma ora sospeso per la crisi. Il coronavirus ha portato lo Stato a spese straordinarie per tamponare le ricadute delle emergenze sanitarie sull'economia. E per compensare questo esborso multimiliardario la strada è ancora lunga. Il buon ritmo di PIL e deficit sta comunque mitigando l'impennata del debito pubblico. Quest'anno sarà più basso del precedente, per tornare però ai livelli pre-crisi bisognerà aspettare il 2030. Insomma, le previsioni di Palazzo Chigi fanno ben sperare e permettono di avere a disposizione circa 22 miliardi da spendere con la prossima legge di bilancio.