Non bastano le due manovre straordinarie per arginare gli effetti devastanti del coronavirus sull'economia. I quasi 80 miliardi in deficit non sono sufficienti a contrastare l'emergenza e in attesa di capire quando e come si potranno utilizzare i fondi messi a disposizione dall'Europa. Bisogna trovare i soldi per tappare alcune falle che potrebbero aprirsi presto. Per questo si parla già di fare ulteriore spesa, una decina di miliardi da autorizzare entro giugno per finanziare alcune misure che stanno esaurendo la loro dote, la cassa integrazione per esempio. I lavoratori che utilizzano il sussidio da un paio di mesi, nei prossimi giorni potrebbero ritrovarsi senza soldi in tasca. Le aziende possono sfruttare l'aiuto per 18 settimane, ma non in maniera continuativa, e poiché fino a metà agosto non si può licenziare, potrebbero esserci casi in cui i lavoratori conserverebbe il posto ma senza ricevere il bonifico. Per far sì che le aziende non debbano attendere settembre per usare tutta la cassa a disposizione, servono altri quattrini e poiché i 20 miliardi di prestiti per gli ammortizzatori sociali che l'Italia chiede a Bruxelles non arriveranno prima della seconda metà di luglio, intanto ci deve pensare Roma. Altro probabile buco da tappare quello che riguarda i prestiti alle piccole e medie imprese. Lo Stato garantisce linee di credito al 100% per le somme fino a 25.000 euro, ma per farlo ha bisogno di mettere un bel po' di denari da parte. I circa 6 miliardi a disposizione potrebbero esaurirsi nel giro di due settimane, per questo il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri non ha escluso una nuova iniezioni di soldi pubblici. Scorrendo poi il lungo elenco di agevolazioni e bonus approvati negli ultimi mesi, c'è da chiedersi se non sarà necessario rimettere mano al portafogli. E' da capire, per esempio, quanto riusciranno ad alleviare l'impatto sulla crisi, su commercianti, artigiani, agricoltori e altre partite IVA, i 6,2 miliardi per il contributo a fondo perduto che si potrà chiedere da lunedì. Ci sono poi i comuni che bussano alle porte di Palazzo Chigi. Per evitare il dissesto servirebbero circa 3 miliardi. Insomma, gli 8-10 miliardi in più di cui si discute forse sono pochi, per questo si cercano altre risorse nelle pieghe del bilancio pubblico.