Mancano ancora alcuni tasselli per far partire i prestiti garantiti dallo Stato alle imprese danneggiate dall'epidemia. Per mettere in moto il meccanismo che permette di avere somme di denaro con una assicurazione dell'erario, che in pratica ripagherà parte o tutto il prestito se non lo faranno le aziende, l'iter non è ancora completo. Le procedure sono diverse a seconda che si tratti di grandi imprese o di piccole aziende perché diversi sono i soggetti che devono materialmente fornire questa sorta di polizza pubblica. Per le grandi imprese se ne occupa la società statale Sace, che detta un percorso in quattro passi: si presenta la richiesta di finanziamento alla banca, questa la gira a Sace che, dopo aver dato il via libera, autorizza l'istituto di credito a far partire il bonifico. Per le imprese più piccole invece si passa per il Mediocredito Centrale, struttura che fa capo al Ministero dello sviluppo. Il modulo per il finanziamento da 25 mila euro si può scaricare da internet, ma si attendono, fa sapere l'Associazione bancaria italiana, ancora alcuni dettagli operativi. A proposte di questo tipo di prestito, che dovrebbe essere il più rapido e che è garantito totalmente dallo Stato, ci sono dubbi sulle risorse. I fondi a disposizione per le aziende più piccole ammontano a 3 miliardi, che potrebbero salire a 7 entro fine mese, e i potenziali beneficiari sono oltre 4 milioni. Per il Consiglio nazionale dei commercialisti si riuscirà a soddisfare solo il 41% della platea, una stima che si basa su un calcolo standard, quello usato finora, sugli accantonamenti, cioè sui denari che realmente saranno stanziati per stimolare il credito. Calcolo che potrebbe essere di gran lunga più basso secondo Il Sole 24Ore e che quindi consentirebbe di portare ossigeno solo a 300-400 mila imprese. Smentisce questi numeri il Ministero dello sviluppo che fa sapere come sia difficile fare previsioni. Insomma, il rischio è che la coperta sia corta.