Cosa c'è nella manovra economica

24 dic 2019
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Il prossimo 1° di Gennaio l'IVA non aumenterà. È questo il risultato principale della manovra. Per evitare le famiglie italiane dei rincari dei prezzi da centinaia di euro all'anno. Il Governo ha dovuto trovare più di 23 miliardi. Due terzi della manovra se ne sono andati per questo. Ma il problema, come ormai tradizione, è spostato al biennio successivo. Quando miliardi per non far aumentare l’Iva e le accise saranno 47. Per tutto il resto non è rimasto, quindi, granché. La seconda norma in ordine di grandezza sono i tre miliardi che negli anni successivi diventeranno cinque, per far aumentare la busta paga dei lavoratori dipendenti. Questi soldi andranno senz'altro a chi oggi prende gli 80 euro, ma dovrebbero beneficiarne anche i redditi un po' più alti. Lo sapremo a gennaio. I pochi miliardi Rimanenti, per arrivare ai 32 totali, sono dovuti bastare per una miriade di interventi di impatto più o meno vasto. Dalla cancellazione dei super ticket sanitari agli sconti per chi ristruttura le facciate delle case; dal bonus per gli asili nido, agli investimenti green. Dove sono stati presi i soldi per tutte queste misure? Come d'abitudine consolidata metà della manovra è stata coperta usando soldi che non ci sono. Facendoseli, cioè, prestare dei mercati sotto forma di deficit, più di 16 miliardi. Che a differenza dell'anno scorso non hanno però allarmato Bruxelles nei mercati. Gli altri 16 miliardi lo Stato li ha trovati tagliando un po' le spese, alzando delle tasse e puntando sulla lotta all'evasione. Sul taglio di spesa non si è vista nemmeno quest'anno la famosa spending review contro sprechi e inefficienze. Un bell'aiuto è arrivato dal fatto che Quota 100 e Reddito di Cittadinanza costano meno del previsto. Le maggiori tasse toccano settori più o meno classici, tabacchi, giochi, banche e concessionarie pubbliche nei servizi di trasporto, come autostrade, porti o aeroporti. Le famose tasse ambientali e salutiste su plastica, zucchero e auto aziendali si sono ridotte per l’anno prossimo ad appena 200 milioni. Infine la lotta all'evasione che ogni anno toglie allo Stato ben 110 miliardi, dall'iniziale promessa di recuperarne sette, alla fine si è scesi a tre. Il governo punta sull'incentivo all'uso di carte e bancomat. Dal 2020 si abbasserà a 2000 euro il pagamento massimo in contanti e partirà una lotteria legata agli scontrini. Ma i commercianti, che non accetta i pagamenti elettronici, continueranno a non rischiare nulla.

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