Sarà l'onda lunga di un 2022 molto difficile ma il nuovo anno non è iniziato bene per le criptovalute, con un altro crack quello di Genesis Global una delle più importanti piattaforme di scambio. Un buco da quasi 3 miliardi e mezzo di dollari, superiore anche a quello di Ftx ma con una sostanziale differenza. Nel caso di Ftx si trattava di una colossale truffa orchestrata dal fondatore Sam Bankman-Fried a cui i giudici americani hanno da poco sequestrato 600 milioni dopo averlo estradato dalle Bahamas dove si era rifugiato. Nel caso di Genesis, spiegano gli esperti, si può parlare di fisiologico fallimento di un player importante sì, ma non sistemico. Crack che rientra insomma nei normali rischi di mercato, mercato che infatti non si è mostrato spiazzato e non ha reagito con isteria anzi, nelle ultime settimane il valore del Bitcoin, e con esso dell'intero mercato, sta risalendo. La regina delle criptovalute è ai massimi degli ultimi 5 mesi, in area 23mila dollari, siamo ben lontani dai 70mila del gennaio di due anni fa, ma l'inversione di tendenza è evidente. A cosa è dovuta? Diversi operatori ritengono che il peggio della tempesta sia alle spalle, cosa succederà in futuro per un settore che rispetto al picco di fine 2021, quando valeva oltre tremila miliardi di dollari si è ridotto a circa un terzo di quella cifra? Gli ultimi scandali potrebbero portare ad una maggiore regolamentazione del sistema su due lati, regole più stringenti sulle piattaforme di exchange per garantire i soggetti utilizzatori ed evitare nuovi casi Ftx e più controlli su chi quelle piattaforme le usa, in troppi per ripulire soldi di provenienza illecita. Due i grandi interrogativi: con un mercato globalizzato quale autorità potrà davvero metter mano a un corpo di regole condiviso da tutti? E come reagirà un settore nato per essere alternativo ai circuiti regolamentati e sottoposti ad autorità regolatorie? Nel 2023, forse, le prime risposte.