Da lunedì partiranno scaglionate nel tempo 50 milioni di cartelle esattoriali, indirizzate ai contribuenti italiani non in regola con i pagamenti, cartelle finora bloccate in considerazione della grave situazione di crisi economica e per le quali ora si attende una soluzione, ad esempio, si valuta l'ipotesi di un nuovo rinvio, è solo uno dei tanti dossier economici che rischiano di rimanere incagliati nella crisi di Governo. C'è grande attesa ad esempio per il decreto ristori 5, altro dossier di cruciale importanza. Il Consiglio dei Ministri si appresta infatti a chiedere al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio di 25, forse 30 miliardi, per sostenere le categorie colpite dalle restrizioni anticovid, i lavoratori con nuova cassa integrazione, la sanità alle prese col piano vaccinale, sul decreto ristori, Renzi, in ogni caso, ha assicurato che non farà mancare il voto di Italia Viva, ma al palo ci sono altri interventi importanti che hanno bisogno per essere approvati di una nuova maggioranza in Parlamento, se dovessero venire a mancare i voti dei parlamentari di Italia viva. C'è innanzitutto il recovery plan, che dopo il varo in Cdm con l'astensione delle ministre renziane deve essere votato dal Parlamento nel prossimo mese e va presentato a Bruxelles entro il 30 aprile, se non si rispetta la scadenza il rischio di dire addio ai 209 miliardi di aiuti europei. Quale testo uscirà da un Parlamento, magari, con gli assetti di maggioranza mutati? E come sarà il sistema di governance del recovery plan, che al momento non è ancora stato definito? Altra misura molto attesa è l'assegno unico per i figli che dovrebbe partire a luglio, la manovra stanzia i fondi necessari, ma serve ancora l'approvazione della legge delega in Parlamento. Ci sono infine molte crisi aziendali da gestire, autostrade, Alitalia, l'ex Ilva, la vendita del Monte dei Paschi di Siena sono le più grosse, ma i tavoli di crisi industriale aperti al Ministero dello sviluppo economico sono più di cento e coinvolgno oltre 110000 lavoratori.