In presidio davanti alla sede della Regione per difendere il posto di lavoro. Scene sempre più comuni dopo la pandemia. Questa volta più di 200 dipendenti di due storiche aziende grafiche piemontesi, sono a rischio licenziamento. Roberto lavora in questo settore da 36 anni, gliene mancano pochi alla pensione, che però ora vede come un miraggio. "Ormai siamo abituati a vivere alla giornata. Adesso siamo qua a cercare di capire se riescono a darci ancora un altro anno di cassa integrazione, per allungare un po' il brodo in poche parole, perché allunghiamo un po' l'agonia almeno." Nel terzo trimestre del 2021, la crescita in Italia è rimasta elevata, sostenuta soprattutto dall'espansione dei consumi. Successivamente ha rallentato a causa di 6 fattori ben precisi: scarsità e alti costi delle materie prime, ritardi di approvvigionamento, aumento di costi di produzione trasporto e logistica, inflazione, spese più prudenti da parte delle famiglie e soprattutto la crisi energetica. "Ci sono alcuni settori in cui l'energia ha un fattore importante di produzione ed è insostenibile questa crescita dei costi. Purtroppo paghiamo una politica energetica inesistente. Ci troviamo anche a competere con degli Stati che sono riusciti a trovare degli ammortizzatori, verso l'aumento dei costi di energia, come la Francia." "Lei vede a rischio altri posti di lavoro?" "Purtroppo non posso avere quell'ottimismo che vorrei avere. Malgrado comunque la domanda sia sostenuta, ci sono alcuni fattori di competitività che ci vedono distanziarci dagli altri competitors europei. Quindi speriamo veramente che questa bolla dei costi dell'energia e delle materie prime, si appiattisca, si riduca e che vengano ripristinati i canali di fornitura che hanno messo anche difficoltà gli approvvigionamenti dai mercati più lontani." Quanto ha influito il Covid?" "Il Covid ha influito moltissimo sulle modalità di lavoro. Speriamo di cogliere gli effetti positivi che sono quelli della spinta verso la digitalizzazione.".