Sì, venti protezionistici spirano da Washington verso Oriente perché la Casa Bianca ha annunciato nuovi dazi sui prodotti della transizione energetica made in China. Già esistevano precedentemente, decisi anche dal predecessore Trump di cui si segue un po' il solco, sull'auto elettrica erano il 25%, come sui microchip, come sui pannelli solari. Ma attenzione perché, in rosso vediamo ciò che è stato incrementato con un dazio sulle auto elettriche che sostanzialmente è arrivato al 100%. Il prezzo per le auto elettriche cinesi vendute negli Stati Uniti raddoppia sostanzialmente: 50% per semiconduttori e celle solari, ma anche sugli altri prodotti, vedete, aumenti importanti. Perché? Perché secondo gli Stati Uniti la Cina starebbe puntando la produzione domestica di queste tecnologie oltre le proprie necessità e anche oltre le necessità globali attraverso dei sussidi. Qua vediamo anche il peso dei prodotti colpiti: 18 miliardi di dollari. Non così tanto rispetto all'intero import ma sono prodotti particolari, essenziali per la transizione. Qua vedete appunto il peso cinese in queste industrie che tocca picchi di oltre l'80%. Pechino risponde accusando gli Stati Uniti di essere protezionistici, di essere dei bulli sostanzialmente, e annuncia ritorsioni che potrebbero essere ad ogni livello, quindi preoccupanti. Ciò che non fa invece l'Unione Europea. Beh, un'indagine in corso sulla Cina e sulle auto elettriche cinesi si potrebbero aumentare i dazi che oggi sono al 10% perché ormai un'auto elettrica su quattro proviene dalla Cina, ma non tutti sono convinti. Per esempio la Germania che vende, attraverso Volkswagen e anche altri brand, molte auto alla Cina e quindi è preoccupata da possibili ritorsioni di Pechino. Vediamo che cosa fa invece Stellantis e quindi in qualche modo anche l'Italia che ha appena concluso un accordo per la vendita di auto elettriche, per adesso solo la vendita, da parte di Leapmotor, un brand cinese ma Carlos Tavares non esclude anche di poter assemblare questi veicoli in futuro in Europa come già stanno facendo altri brand cinesi proprio per mettersi a riparo dai probabili futuri possibili dazi europei verso le auto elettriche cinesi.