Il decreto taglia benzina arriva in Gazzetta Ufficiale ed è subito caos. Le prime ore dalla pubblicazione sono piene di incertezze interpretative, anzitutto sulla tempistica dell'intervento. Il taglio è in vigore da subito, dal 22 marzo, e non dal giorno successivo alla pubblicazione come si era ipotizzato in un primo momento. E per 30 giorni, recita il comma 2 dell'articolo 1, quindi non fino al 30 aprile come da ipotesi di lavoro circolate negli ultimi giorni. Anche l'entità stessa del taglio è da calcolare bene, spulciando le norme. I 25 centesimi al litro, tanto reclamizzati dal Governo, in realtà risultano essere di più, perché su questa cifra di accise -le famigerate tasse fisse al litro legate ai consumi- va calcolata anche la percentuale di IVA, l'Imposta sul Valore Aggiunto. La somma supera di poco i 30 centesimi. Incertezze dissolte quindi? Solo sulla carta, perché nella pratica l'adeguamento dei prezzi potrebbe essere molto laborioso. I distributori denunciano lacune nel decreto, che non dispone nulla sui carburanti già immessi in consumo, quelli pagati a tasse piene e già caricati nelle pompe. Quindi molti impianti smaltiranno quelle scorte, comprate a costo pieno, prima di abbassare i prezzi alla clientela. Le associazioni dei gestori chiedono chiarezza e denunciano la confusione interpretativa generata dai provvedimenti del Governo malgrado le insistenti sollecitazioni dei giorni scorsi, si legge in una nota della FEGICA-CISL. Dal canto loro, le associazioni di consumatori chiedono l'immediata applicazione del taglio. I prezzi di benzina e gasolio devono immediatamente scendere o i distributori di carburante saranno denunciati in Procura, scrive in una nota il Codacons.