Come in ogni squadra rivoluzionata dal calciomercato ... sulla Von der Leyen ha voluto la conferma di almeno qualche componente per dare una parziale continuità col suo precedente team. Tra i pochi commissari che facevano già parte dell'ultima commissione c'è Valdis Dombrovskis, dieci anni fa l'ex premier lettone fu nominato da Jean Claude Junker suo vice, in questa veste è risultato tra i commissari più noti nel nostro Paese perché era quello che investendo i panni del poliziotto cattivo spesso bacchettava i Paesi membri sui conti pubblici, Italia in primis ovviamente. Nel 2019 è confermato vice nella prima Commissione Von der Leyen. Il confronto con Roma sulle manovre di bilancio è destinato a continuare visto che Dombrovskis è stato ora nominato Commissario per l'Economia prendendo il posto dell'italiano Paolo Gentiloni. C'è da fare applicare il nuovo patto di stabilità con i nuovi vincoli ai bilanci statali e i piani quadriennali estendibili a sette anni di rientro dal debito eccessivo. E si comincia subito, già da novembre, quando la nomina diverrà effettiva con la trattativa sulla manovra 2025 in più Dombrovskis avrà in coabitazione con il vice presidente Fitto la delega sul Recovery Fund, leggi, attuazione del PNRR, insomma di sicuro sentiremo parlare ancora molto di lui. Meno noti da noi almeno finora gli altri commissari con deleghe economiche quelle più pesanti vanno a due nuovi vicepresidenti Ribera e Séjourné, la spagnola Teresa Ribera si occuperà di Transizione green e di Antitrust in questo succedendo alla danese Vestager che negli ultimi cinque anni ha inaugurato una lotta tuttora in corso di Bruxelles contro i monopoli delle grandi multinazionali hi-tech. Il francese Stéphane Séjourné che ha rilevato il dimissionario Breton da nuovo vice con delega per la politica industriale avrà sul tavolo la sfida principale e più difficile del nuovo esecutivo: il Rapporto Draghi sulla competitività.