Sì, il settore agricolo ma anche quello dell'allevamento, della pesca è particolare perché vale in totale solo il 2% del PIL, ma è fondamentale se vogliamo portare il cibo in tavola e quindi ha un'attenzione particolare dalla politica. Da dove partono queste proteste? Geograficamente dalla Germania che voleva ridurre i sussidi, gli sconti di tasse sul carburante per trattori e mezzi agricoli che valgono in Germania 440 milioni di euro. In Italia valgono ben di più, il doppio tenendo conto delle dimensioni delle due economie sono quattro volte tanto e quindi la paura è che anche in altri paesi vadano ad essere ridotti questi sussidi. Si parla di clima perché dall'agricoltura arriva l'11% delle emissioni climalteranti, in particolar modo metano dai capi di bestiame, e dunque l'Unione Europea da anni tenta di limitare e di ridurre decisamente le emissioni. Ha presentato, la Commissione Europea, aveva presentato già nel 2020 un piano per dimezzare l'uso di pesticidi e di antibiotici, aumentare le colture biologiche, tutto questo però è stato bocciato dal Parlamento Europeo e rinviato alla prossima legislatura comunitaria, questo anche per capire che in effetti poi queste istanze vengano in qualche modo ascoltate. Su, invece, la PAC, politica agricola comune, in effetti qua vediamo una riduzione dei sussidi per decine di miliardi di euro, anche più di quanto sarebbe stato giustificato dalla Brexit tra il 2021-2027 e i margini, in effetti, si sono ridotti. Qua è quanto va all'allevatore del prezzo pagato dal consumatore per un litro di latte: vediamo 66% 50 anni fa, oggi siamo a un terzo. Il mondo è cambiato, la filiera è totalmente cambiata, c'è più concorrenza, chiaramente, ma questo ha portato le azienda a, sostanzialmente, chiudere due su tre in Italia. Rimangono le più grandi, le più strutturate, quelle più piccole devono chiudere. Questo però porta chi rimane ad avere un reddito più alto: è il 40% più basso rispetto alla media, 15 anni fa era al 70% più basso, quindi qualcosa di positivo c'è ed è falso anche che siamo inondati di prodotti stranieri perché in realtà la nostra bilancia commerciale sull'agricoltura sta migliorando ed è diventata positiva prima del 2022.