Contrordine, Elon Musk ha ritirato l'offerta per comprare Twitter, almeno per ora. Il social network, dice la lettera inviata dall'avvocato del patron di Tesla, non ha rispettato gli obblighi contrattuali e non ha fornito le informazioni richieste. Leggendo tra le righe Twitter non ha rivelato l'esatto numero di profili falsi presenti sulla piattaforma, questa è la motivazione ufficiale anche se molti ritengono che la verità sia altrove, con il recente calo delle azioni di Twitter e Tesla l'affare sarebbe diventato insostenibile per Musk. L'imprenditore di origini sudafricane con l'abituale esuberanza aveva annunciato ad aprile l'intenzione di prendersi il passerotto blu per 44 miliardi di dollari, l'obiettivo era da una parte economico perché era convinto che il social dei cinguettii potesse fruttare molto di più ma anche politico, Musk si era infatti presentato come il paladino della libertà di espressione promettendo di restaurarla nella sua pienezza, a partire dalla riammissione di Donald Trump nella piattaforma. Fin dal momento dell'annuncio però l'accordo era apparso pericolante, il magnate aveva da subito insistito per conoscere il numero dei cosiddetti spambot, i profili fake, ma di fronte alla risposta di Twitter, meno del 5% degli account, Musk non si era accontentato. Un tira e molla andato avanti per mesi fino allo strappo, ora nel migliore dei casi il fondatore di Tesla dovrà pagare una penale da un miliardo di dollari mentre nel peggiore rischia di ritrovarsi invischiato in una lunga e costosa causa legale visto che Twitter ha già annunciato di voler dare battaglia. Se questa rinuncia sia davvero l'ultimo capitolo della storia non è dato saperlo d'altronde con Elon Musk non si sa mai.























