Le guerre moderne si vincono con il controllo dei cieli. Lo dimostra il conflitto tra Israele e Iran con le centinaia di missili intercettate a Tel Aviv e le continue incursioni israeliane nei cieli di Teheran. Come anche l'Ucraina, dove i cieli sono invece ancora contesi e la guerra infatti è in stallo. A fare la differenza sono i sistemi anti aereo e anti missile come questo, che individuano le minacce in arrivo, calcolano la traiettoria e lanciano missili difensivi per neutralizzarle. E l'Europa? Secondo fonti della Nato il fronte est europeo disporrebbe di solo il 5% della difesa aerea necessaria. Il segretario Rutte ha chiesto agli stati di quintuplicare gli investimenti in questo campo. Radar, missili, batterie di lancio da produrre nel più breve tempo possibile. Le ambizioni fanno i conti con la realtà a Bacoli nel mezzo dei campi Flegrei. È qui che nasce il cuore tecnologico della difesa aerea italiana ed europea. A svilupparlo è MBDA, azienda frutto di una delle rare alleanze industriali europee della difesa. "L'esempio di MBDA racconta che l'unione è possibile. MBDA fornisce anche un modello, perché il modo in cui poi MBDA gestisce questa capacità di essere un grandissimo gruppo europeo, ma allo stesso tempo rispettare le specificità delle singole nazioni secondo me è proprio la chiave". Il prodotto di punta sono i missili aster, sviluppati da Francia e Italia e montati sulle batterie antiaeree e sulle navi militari. Siamo in un'area di assemblaggio dei missili e guardate questa è la parte terminale, la testa in qualche modo dei missili all'interno di questa ceramica, speciale è contenuto il seeker, l'antenna e il radar che indica il missile, l'obiettivo da intercettare, mentre nella parte posteriore, che è contenuto il computer di bordo, tutta l'elettronica che fa funzionare appunto il missile. Ogni missile è composto da circa 10 mila componenti e attraversa più volte le frontiere di Italia, Francia e Regno Unito prima di poter essere consegnato con tempi di lavorazione lunghi che l'azienda vuole ridurre da 42 mesi a meno di 18. Oltre ai missili a Bacoli si producono anche le piattaforme di lancio. Ecco questo è un lanciatore del sistema missilistico antiaereo SAMP/T, ognuno di loro può ospitare fino a otto missili per intercettare altri missili nemici o velivoli. È un sistema essenziale per proteggere i cieli, per proteggere una città, e infatti il nostro paese ne ha ordinati 10 per i prossimi anni. È stato progettato da Italia e Francia ed è in grado di abbattere le minacce a oltre 150 chilometri di distanza. Il costo è elevato, circa mezzo miliardo di euro, comunque la metà rispetto alle altre soluzioni sul mercato. Due batterie sono state donate all'Ucraina, ma secondo fonti di Kiev, avrebbero ormai terminato le munizioni, a differenza dei lanciamissili americani Patriot che sono meglio riforniti. Il sistema americano ha finora registrato un maggiore successo commerciale. È stato acquistato da 19 paesi, mentre il SAMP/T finora è impiegato solo da Francia, Italia e Singapore. E se gli americani sono in grado di consegnare oltre 700 missili all'anno, MBDA si ferma a meno della metà. Da qui la scelta del nascituro scudo missilistico europeo, l'European Sky Shield di non impiegare la tecnologia. franco italiana. Al contrario, il progetto sarà adottato dei lanciamissili americani assieme a quelli israeliani e tedeschi. Non utilizzare l'unica tecnologia europea a lungo raggio a disposizione sarebbe un vero paradosso che per ora ha tenuto Roma e Parigi fuori dal progetto. "È in corso un'azione di incremento della capacità tecnologica europea che richiede del tempo, sicuramente questo processo è un po' frenato e richiede però un'accelerazione culturale per quello che riguarda la capacità di condividere l'assenza di gelosie nazionali, perché altrimenti è chiaro che se ogni nazione si deve sviluppare tutta la filiera, questo processo richiederà anni e anni". A Bacoli si corre contro il tempo per recuperare il terreno perduto, in fabbrica si lavora giorno e notte su tre turni. Per lo stabilimento napoletano l'azienda ha presentato un piano di ampliamento che prevede la costruzione di un nuovo capannone e l'assunzione di 100 nuovi addetti. Gli uffici di reclutamento lavorano a pieno regime, gli ingegneri sono spesso introvabili, le università di Napoli non ne formano a sufficienza e attrarli da fuori non è semplice, ma il tempo stringe. L'Europa vuole costruire al più presto un proprio scudo aereo. La scommessa di garantire una tecnologia missilistica made in Europe si gioca anche nei campi Flegrei. .