Con le bollette aumentate di tre volte nel giro di un anno le imprese del commercio lanciano l'allarme sui rincari dell'energia e chiedono al Governo di intervenire subito, perché a rischio, sostengono, ci sono 120 mila aziende e 370 mila posti di lavoro. Queste le fosche previsioni da qui ai primi 6 mesi dell'anno prossimo, presentate dalle principali associazioni della grande e piccola distribuzione. Un settore ampio che comprende non solo iper mercati e negozianti, ma anche ristorazione, turismo e trasporti. Tutti, indica l'Ufficio Studi di Confcommercio, coi bilanci appesantiti dai costi di elettricità e gas che porterà alla fine del 2022 un conto da 33 miliardi, il triplo rispetto all'anno scorso, più del doppio nei confronti dei tempi precedenti alla pandemia. Cifre simili a quelle denunciate dagli industriali del Nord Italia, che temono un esborso fino a 40 miliardi e che portano l'intero mondo delle imprese a ritenere la situazione insostenibile. Dal settore del Commercio si chiede a Palazzo Chigi l'aumento degli sconti sulle tasse con un credito d'imposta fino al 50%, il pagamento a rate delle bollette fino a Dicembre e una maggior copertura fino al 90% del fondo di garanzia per i finanziamenti. Misure costose che si suggerisce potrebbero essere alimentate dagli extra profitti delle società energetiche e dai maggiori incassi che lo Stato ha accumulato con l'IVA a causa del rialzo dei prezzi. Prezzi che l'Istat ci dice continuano a correre con l'inflazione all'8,4% ad Agosto, livello massimo dal 1985 e carrello della spesa rincarato di quasi il 10% in un anno. Il Governo uscente sta lavorando a nuovi sussidi che si aggiungerebbero ai 50 miliardi già destinati per raffreddare il carovita, ma il problema è trovare le risorse senza fare altro debito. Un primo segnale comunque arrivato con la proroga fino al 5 Ottobre del taglio di 30,5 centesimi al litro per i carburanti.























