Con i prezzi di petrolio e gas alle stelle, le rinnovabili hanno il vento in poppa, anche in Italia, nonostante burocrazia e veti incrociati. Come dimostra, l'inaugurazione a Taranto del Parco Eolico offshore, vale a dire situato in mare, il primo in Italia e in tutto il mar Mediterraneo. E' forse il primo di una lunga serie, se tutti i progetti in cantiere diventassero realtà. Sono circa 40 i parchi eolici sul mare, che hanno fatto domanda di allacciamento alla rete elettrica Terna. Se fossero realizzati, produrrebbero quasi 32 Gigawatt di potenza installata. Un risultato notevole, visto che per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, l'Italia ne dovrebbe installare 8 Gigawatt ogni anno, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. L'impianto di Taranto ha atteso 16 anni, tra autorizzazione e ricorsi, prima di vedere la luce. Il vantaggio di sfruttare l'energia del vento, che spira sulle onde è lo spazio, immenso, rispetto a quello che si può trovare su colline e pianure della terraferma. Ma sono, comunque, molti territori che si suppongono le turbine, nonostante siano progettate, anche, a decine di chilometri dalla costa. Altrove, invece, le pale in mare sono una realtà da anni. In Danimarca, il primo impianto è stato inaugurato nel 1991, nel Regno Unito nel 2000. L'Europa, si è posta l'obiettivo entro la metà del secolo, di raggiungere i 300 Gigawatt di potenza generata, e dove oggi non arrivano le pale per i fondali troppo profondi, potrebbero essere installate turbine galleggianti, già sperimentate nel Regno Unito e in Portogallo. Potrebbero abbattere i costi di installazione, e rendere gli impianti più flessibili. Autorizzazioni permettendo.