Sì. Vedremo cosa deciderà definitivamente il governo quando avremo le carte. La proposta è quella di reintrodurre le esenzioni IRPEF sui redditi dominicali ed agrari fino a €10.000. Andiamo a vedere però i numeri che conosciamo. Per esempio quanti agricoltori sarebbero coinvolti in una misura di questo tipo. Circa 1 su 2. La metà. Perché il 46%, secondo gli ultimi dati del Ministero dell'Economia, degli agricoltori e allevatori ha in effetti dichiarato un reddito sotto i €10.000. Un dato molto molto basso che appunto va anche a dimostrare sia la tassazione un po' particolare del settore sia anche i redditi decisamente bassi della categoria. Ma questo ha un contraltare. Perché più è basso il reddito meno sarà anche il risparmio possibile dalla reintroduzione di questa misura. Nei giorni scorsi noi abbiamo stimato sulla base di dati del Ministero dell'Economia circa €50-€100 all'anno di risparmio fiscale appunto per una categoria, per un agricoltore che può raggiungere un reddito tra €10-12.000. Un po' più alto potrebbe essere per chi guadagna un po' di più tra i €50-55.000, per esempio potrebbero essere alcune centinaia di Euro all'anno, ma queste verrebbero appunto escluse sulle esenzioni sul reddito appunto che deriva proprio dalla proprietà dei campi agricoli, non da quanto poi fruttano all'agricoltore. Perché? Evidentemente il governo non riuscirebbe, se così non fosse confermato, a fare di più perché la misura costa in realtà non troppo rispetto al bilancio dello Stato che è di centinaia di miliardi. L'ultimo dato vede questa misura costare, fino al 2023, €151 milioni. Evidentemente questi soldi non ci sono. Ce ne sono solo una parte. E allora staremo a vedere quale sarà il costo per le casse pubbliche di un'esenzione che però riguarderà solo un agricoltore su due per un risparmio di alcune decine di Euro all'anno.