Il Governo scopra le carte sul futuro dell'ex Ilva, è l'appello sempre più forte che arriva dai sindacati dei metalmeccanici in vista del vertice atteso e a lungo rimandato, che servirà proprio a fare il punto sulla trattativa per la cessione del più grande gruppo siderurgico italiano. Le premesse della vigilia non sono incoraggianti se solo si pensa alle dichiarazioni del presidente di Federacciai Antonio Gozi, secondo il quale la vicenda ex Ilva ormai sarebbe ai titoli di coda. Per Gozi, la gravità della situazione è testimoniata dal fatto che nessun operatore siderurgico italiano o straniero si sia presentato all'asta e anche un salvataggio a tutti i costi, conclude il presidente di Federacciai, porterebbe ad un ridimensionamento dell'azienda. Il fallimento della gara per la cessione del gruppo ex Ilva, del resto è sotto gli occhi di tutti. L'unica offerta per l'intero complesso industriale è arrivata da un fondo di investimento americano che garantirebbe però livelli occupazionali molto più bassi di quelli attuali. E poi ci sono i problemi legati al processo di decarbonizzazione con il passaggio ai forni elettrici che si preannuncia tutt'altro che semplice anche per alcuni veti degli enti locali. Per i sindacati solo un intervento dello Stato può salvare la situazione, ma occorre far presto. A Taranto, nella più grande acciaieria d'Europa, cuore pulsante del gruppo, la produzione si regge solo su AFO4, l'ultimo altoforno rimasto acceso. .























