Resilienza, è questa la parola chiave del rapporto Export 2022 di SACE, giunto quest'anno alla sua sedicesima edizione, diventato un vero e proprio punto di riferimento per comprendere i trend del nostro Export. Gli ultimi anni abbiamo vissuto sulle montagne russe non è soltanto un gioco di parole. Nel 2020 la pandemia, nel 2021 una timida ripartenza, tutto poi ribaltato nel 2022 con la guerra in Ucraina. Eppure nonostante i rischi e incertezze geopolitiche sempre maggiori, puntare sull'export può ancora essere la giusta via per le nostre aziende a volte anche per trovare nuove opportunità di crescita. "Proprio nell'export dove vediamo sostanzialmente imprese che stanno contribuendo, anzi contribuiranno secondo noi a segnare un più 10,3% per il valore e l'export italiano di beni, seguito da un più 5% nel 2023". Certo, per continuare a tenere alta la bandiera del Made in Italy è necessario avere idee, progetti, visione, supporto ma soprattutto avere gli strumenti giusti, in un gioco di squadra dove le imprese non devono essere lasciate sole. Quali sono le parole no che hanno caratterizzato questa giornata in breve: "Due parole mi porto a casa: uno resilienza che è diciamo il termine su cui tutti oggi noi basiamo la capacità di rimanere e di continuare a esportare e soprattutto a crescere in questi mari perigliosi, in queste montagne russe che ci contraddistinguono. Dall'altra parte la sostenibilità, perché per essere resilienti bisogna continuare ad investire in sostenibilità e bisogna farlo ora. Terzo, al di là delle due parole di sostenibilità e resilienza è l'entusiasmo perché poi sentendo le imprese e nonostante il contesto senti un grande entusiasmo e capacità di investire e capacità di investire in maniera strutturata".