Facebook per ora è salva. Un tribunale federale ha rigettato l'accusa dell'agenzia americana per la concorrenza, sulle presunte pratiche anticoncorrenziali adottate negli ultimi anni dal colosso di Mark Zuckerberg. Subito dopo l'annuncio, le azioni dell'azienda sono salite del 3,5 %. L'autorità americana per la concorrenza aveva denunciato Facebook nel dicembre scorso, per aver strategicamente eliminato ogni minaccia del proprio monopolio, anche attraverso le acquisizioni di Instagram e WhatsApp. La Corte ha però deciso che l'accusa non è riuscita a dimostrare l'esistenza di un monopolio di Facebook nel mercato americano dei social network, non si tratta di una soluzione definitiva, l'antitrust americano ha ora la possibilità di meglio definire le proprie accuse, anche perché la sfida alle Big Tech non si ferma certo qua. Il Governo americano ha già denunciato anche Amazon e Google, e tra poco potrebbe toccare ad Apple, l'Unione Europea da parte sua ha lanciato recentemente una nuova offensiva mettendo sotto indagine tutti i Big Tech americani, e pure la Cina vuole tenere sotto controllo i propri colossi. Ma secondo molti esperti i vecchi mezzi legali dell'antitrust pensati per un mondo di prodotti fisici e non degli odierni servizi on-line non sono più adatti, per questo la commissione giustizia del congresso americano ha approvato alcune proposte bipartisan che fanno già tremare i giganti, se approvate Amazon, Apple Google e Facebook dovremmo scegliere se offrire servizi agli utenti o gestire le piattaforme su cui ora questi servizi vengono venduti. Per esempio Amazon non potrebbe sia gestire il suo immenso negozio on-line, che vendervi i propri prodotti, come anche Apple non potrebbe più contemporaneamente gestire l'App Store e vendere i suoi servizi nello stesso negozio di App. Il rischio di sfavorire concorrenti come è accusata di fare da Spotify a Epic Games e altrimenti troppo alto.