Mai come oggi l'innovazione tecnologica viaggia veloce perché l'intelligenza artificiale possiede uno sviluppo esponenziale che non siamo nemmeno in grado di prevedere. E questo avrà certamente un impatto profondo nel mondo del lavoro. Il Festival Internazionale dell'Economia di Torino ha voluto indagare questo aspetto partendo da un assunto affatto scontato. "Mentre in passato i lavori che sparivano o che comunque si è immaginato sparissero definitivamente, sono lavori routinari, cioè lavori che si possono ripetere facilmente dalle macchine. In questo caso anche i ruoli intellettuali, quindi ruoli che tendenzialmente immaginiamo non possano mai essere sostituiti, possono essere colpiti". La competenza che un lavoratore dovrà sviluppare maggiormente sarà il sapere imparare, perché ci aspettano trasformazioni sempre più rapide, cambi di professione frequenti a cui non siamo abituati e l'apprendimento resta centrale. Oggi vediamo quanto anche i giovani pongano domande a Chat GPT. Questa è una cosa molto grave. Le domande relative soprattutto a problemi complessi non vanno risolte con le macchine, ma vanno risolte in una relazione umana, tenendo presente che sicuramente questi sistemi potranno molto migliorare il nostro lavoro in contesto, ma in una relazione uomo macchina che non deve mai perdersi". Ma come si pone il lavoratore da avanti a questa innovazione. "I lavoratori hanno delle emozioni contrastanti rispetto all'intelligenza artificiale. Da un lato c'è una forte paura che possano venire rimpiazzati e dall'altro c'è la speranza che una parte delle loro funzioni, una parte delle loro task possa venire migliorata e che quindi le loro produttività e ne consegue gli stipendi possano anche migliorare". .























